Sangtekst: Francesco De Gregori. Un Guanto.
Un guanto precipito da una mano desiderata
a toccare il pavimento del mondo in una pista affollata.
Un gentiluomo, un infedele lo segui con lo sguardo.
E stava quasi per raggiungerlo, ma gia troppo in ritardo,
e stava quasi per raggiungerlo, ma troppo in ritardo.
Era scomparsa quella mano e tutta la compagnia
e chissa se era mai esistita.
Era scomparsa quella mano e restava la nostalgia
e il guanto e la sua padrona scivolavano via
e il guanto e la sua padrona pattinavano via.
Sotto un albero senza fiori si struggeva l'amore amato.
Il guanto era a pochi passi, irraggiungibile e consumato.
In quella grande tempesta d'erba, non era estate, ne primavera.
E non sembrava nemmeno autunno pero l'inverno non esisteva.
E non sembrava nemmeno autunno perche l'inverno non esisteva.
Quando un uomo da una piccola barca con un mezzo marinaio
vide qualcosa biancheggiare.
Un uomo da una piccola barca, sporgendosi sul mare:
era il guanto che rischiava di annegare,
era il guanto che rischiava di affondare.
Fu un trionfo di conghiglie, un omaggio di fiori
per il guanto restituito alla banalita dei cuori,
ad una spiaggia senza sabbia, a una passione intravista
ad una gabbia senza chiave, ad una stanza senza vista,
ad una gabbia senza chiave, ad una vita senza vista.
E intanto milioni di rose rifluivano sul bagnasciuga.
E chissa se si puo capire.
Che milioni di rose non profumano mica
se non sono i tuoi fiori a fiorire,
se i tuoi occhi non mi fanno piu dormire.
Era la notte di quel brutto giorno, i guanti erano sconfinati,
come l'incubo di un assassino o i desideri dei condannati.
Dietro al guanto maggiore la luna era crescente
e piccoli guanti risalivano la corrente
e piccoli guanti risalivano la corrente.
Fino al Capo dei sogni e alla riva
del letto dell'innocente che dormiva.
Un mostro sconosciuto osservava non osservato
sopra a un tavolo il guanto incriminato
sopra al tavolo un guanto immacolato.
E il guanto fu rapito in una notte d'inchiostro
da quel mistero chiamato amore
da quell'amore che sembrava un mostro.
Inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo.
Il guanto era gia nascosto dove nessuno puo piu vederlo,
il guanto era gia lontano quanto nessuno puo piu saperlo.
Oltre la pista di pattinaggio e le passioni al di di festa
e le onde di tutti i mari.
E il trionfo nella tempesta e le rose nella schiuma.
Il guanto era volato piu alto della luna.
Il guanto era volato piu leggero di una piuma.
Oltre il luogo e all'azione e al tempo consentito,
e all'amore e le sue pene.
Il guanto si era gia posato in quel quadro infinito
dove Psiche e Cupido governano insieme
dove Psiche e Cupido sorridono insieme.
a toccare il pavimento del mondo in una pista affollata.
Un gentiluomo, un infedele lo segui con lo sguardo.
E stava quasi per raggiungerlo, ma gia troppo in ritardo,
e stava quasi per raggiungerlo, ma troppo in ritardo.
Era scomparsa quella mano e tutta la compagnia
e chissa se era mai esistita.
Era scomparsa quella mano e restava la nostalgia
e il guanto e la sua padrona scivolavano via
e il guanto e la sua padrona pattinavano via.
Sotto un albero senza fiori si struggeva l'amore amato.
Il guanto era a pochi passi, irraggiungibile e consumato.
In quella grande tempesta d'erba, non era estate, ne primavera.
E non sembrava nemmeno autunno pero l'inverno non esisteva.
E non sembrava nemmeno autunno perche l'inverno non esisteva.
Quando un uomo da una piccola barca con un mezzo marinaio
vide qualcosa biancheggiare.
Un uomo da una piccola barca, sporgendosi sul mare:
era il guanto che rischiava di annegare,
era il guanto che rischiava di affondare.
Fu un trionfo di conghiglie, un omaggio di fiori
per il guanto restituito alla banalita dei cuori,
ad una spiaggia senza sabbia, a una passione intravista
ad una gabbia senza chiave, ad una stanza senza vista,
ad una gabbia senza chiave, ad una vita senza vista.
E intanto milioni di rose rifluivano sul bagnasciuga.
E chissa se si puo capire.
Che milioni di rose non profumano mica
se non sono i tuoi fiori a fiorire,
se i tuoi occhi non mi fanno piu dormire.
Era la notte di quel brutto giorno, i guanti erano sconfinati,
come l'incubo di un assassino o i desideri dei condannati.
Dietro al guanto maggiore la luna era crescente
e piccoli guanti risalivano la corrente
e piccoli guanti risalivano la corrente.
Fino al Capo dei sogni e alla riva
del letto dell'innocente che dormiva.
Un mostro sconosciuto osservava non osservato
sopra a un tavolo il guanto incriminato
sopra al tavolo un guanto immacolato.
E il guanto fu rapito in una notte d'inchiostro
da quel mistero chiamato amore
da quell'amore che sembrava un mostro.
Inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo.
Il guanto era gia nascosto dove nessuno puo piu vederlo,
il guanto era gia lontano quanto nessuno puo piu saperlo.
Oltre la pista di pattinaggio e le passioni al di di festa
e le onde di tutti i mari.
E il trionfo nella tempesta e le rose nella schiuma.
Il guanto era volato piu alto della luna.
Il guanto era volato piu leggero di una piuma.
Oltre il luogo e all'azione e al tempo consentito,
e all'amore e le sue pene.
Il guanto si era gia posato in quel quadro infinito
dove Psiche e Cupido governano insieme
dove Psiche e Cupido sorridono insieme.
Francesco De Gregori
Francesco De Gregori
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